Villa Anna è ubicata su un piccolo rilievo collinare in contrada San Sabino di Osimo (AN), località un tempo denominata “Vaccaro” ove sono pure collocate la Chiesa intitolata allo stesso santo ed il monumentale complesso di Villa Grimani-Buttari, attualmente destinata a casa di riposo per anziani.
Villa Anna, già appartenuta alla famiglia Bernardi-Frampolli, è una settecentesca villa extraurbana circondata da un parco secolare con folta vegetazione di tipo mediterraneo costituita da alberi di alto fusto.
La realizzazione dell’edificio viene collocata alla fine del Settecento, mentre la soprelevazione del piano primo, avvenuta a partire dal 1862, si deve alla volontà di Pasquale Frampolli (1831 – 1898), personaggio di spicco sia della famiglia che di certi ambienti politico-culturali in quanto appartenente alla Giovane Italia e, fin dal 1867, alla testa di patrioti osimani.
Il nuovo prospetto viene attribuito all’ingegnere Odoardo Pellegrini, nato nel 1816, allievo dell’architetto Romualdo Nelli (a cui vengono attribuiti lo scalone e l’ingresso di Palazzo Gallo), attivo ad Osimo già nella prima metà dell’Ottocento.
L’impianto è organizzato con il corpo principale del manufatto posizionato al centro di un articolato sistema di viali principali e secondari in cui convivono e si confondono elementi tipici della tradizione delle ville storiche all’italiana e schemi vicini all’arte dei giardini francesi.
Le facciate della villa, oltre a mettere ben in evidenza il materiale costitutivo, il cotto marchigiano, si contraddistinguono per la ricerca di una volumetria chiusa e compatta che, nell’insieme, esalta la severità e l’austerità della costruzione.
La facciata principale, in particolare, risulta compositivamente incentrata sulla continua ricerca della simmetria (messa ben in evidenza del posizionamento e dalle dimensioni del portale d’ingresso) nonché sulla regolare distribuzione delle finestre sia del piano terra che del piano superiore; quest’ultime sono contornate da semplici cornici piatte con architrave appena aggettante sorretto da mensole laterali in cotto mentre quella centrale è sormontata da un timpano triangolare posto in asse con il sottostante sopramenzionato portale in pietra.
Detta facciata è idealmente ripartita in due parti, di cui quella sottostante costituisce un alto zoccolo su cui è impostato una sorta di loggiato cieco costituito da sei paraste con capitello ionico sorreggenti una trabeazione continua rappresentata dal cornicione di gronda.
Il tutto si materializza attraverso un delicato rapporto di superfici piane appena sfalsate tra di loro, esaltato dai leggeri effetti chiaroscurati che ne derivano.
Anche la composizione planimetrica della villa asseconda la ricerca simmetrica: l’impianto è caratterizzato dalla presenza di due muri di spina che suddividono i piani in 3 partizioni, all’interno delle quali sono organizzati gli spazi, ancora una volta in modo rigorosamente simmetrico. L’unica eccezione è data dal corpo scala, posizionato sul lato ovest, che presenta una forma avulsa dal contesto: dalle finiture e dalla dimensione è infatti possibile dedurre che il corpo scala attualmente presente non sia quello originario, ma sia stato ottenuto in successivi rimaneggiamenti